” Viterbo Sacra ” al via il progetto di riapertura di cinque chiese nel capoluogo

di FEDERICO USAI

VITERBO – Presentato oggi nella Sala Conferenze della Curia Vescovile di Viterbo, il “ Progetto chiese aperte per conoscere e amare la nostra storia attraverso l’arte e la fede “, in sinergia tra diocesi, associazione Emmaus , Archeoares , Caritas e confraternita del Gonfalone.

Erano presenti Don Massimiliano Balsi, Vicario Episcopale per la cultura, formazione e tradizioni; l’Ing. Santino Tosini, Direttore Ufficio Beni Culturali della Diocesi, Sabrina Casini della Emmaus, Gianpaolo Serone, presidente Archeoares, e don Ivo Bruni .

Ha introdotto i lavori don Emanuele Germani, direttore dell’Ufficio stampa della Diocesi di Viterbo, che ha illustrato brevemente il progetto Viterbo Sacra per poi dare subito la parola a Don Massimiliano Balsi che ha motivato e spiegato l’interessante progetto che partirà con le aperture di cinque chiese sabato e domenica 9 e 10 dicembre e sabato e domenica 16 e 17 dicembre, la mattina e il pomeriggio.

Don Massimiliano ha ringraziato gli uffici coinvolti in questo cammino di presentazione del progetto con un lavoro che il Vescovo ha voluto mettere proprio come centro anche della nuova ristrutturazione della curia e dei suoi uffici e che vede impegnate persone come l’ingegnere Tosini, il settore Caritas insieme a Emmaus. E’ un lavoro, ha proseguito con il suo intervento don Massimiliano, supportato dalla Conferenza Episcopale Italiana che finanzia questo progetto che come ha dichiarato  “ Parte da qualcosa che può essere bene comune prima di tutto per la nostra città, quindi per i viterbesi e poi per quelli che frequentano la nostra città,  con un ampliamento anche sul piano turistico, cercando di dare una fruizione a quelle che sono abitualmente chiese storiche ma che in qualche modo sono chiuse durante il corso dell’anno o comunque sia non hanno una conoscenza o un’identità che potrebbe essere implementata. Le chiese sono quella di San Giovanni Battista del Gonfalone, che ringrazio anche la confraternita che in questi anni veramente sta lavorando perché la chiesa sia sempre più fruibile, sempre più conosciuta. Poi abbiamo la chiesa di San Giovanni Evangelista (in Zoccoli) in Via Mazzini, che praticamente in questo momento è chiusa, ed è chiusa proprio perché il tenere aperte a volte alcuni spazi, li mette a rischio, a rischio e soprattutto le opere d’arte. Poi la chiesa di San Marco in Piazza del Teatro, la chiesa di San Sisto, che abitualmente è già aperta, e la chiesa di Santa Maria del Suffragio che da diversi anni è chiusa. Ora queste chiese sono un patrimonio che ha la nostra città ed è un patrimonio artistico, culturale, di fede, che sicuramente dobbiamo imparare sempre di più a conoscere, ma direi anche sono un patrimonio sociale, non soltanto perché queste chiese nascono attraverso il sostegno, l’aiuto, le offerte dei viterbesi, ma questi luoghi erano anche lo spazio della socialità della nostra città. Santa Maria Nuova alla fine del 1200 era la sala comunale, i priori si riunivano anche per deliberare sulla vita sociale della nostra città. Quindi è importante e fondamentale, in qualche modo, recuperare spazi e luoghi , soprattutto per imparare ad amare la nostra città. L’idea di fondo è proprio questa, Viterbo Sacra con questo progetto Chiese Aperte si tende a restituire a chi frequenta Viterbo inizialmente questa prima parte di chiese. E in futuro ci saranno sicuramente degli sviluppi che potranno restituire sempre di più il patrimonio artistico alla nostra città e a chi la frequenta.
Per Don Massimiliano Balsi, quindi, lo scopo principale di questo progetto è quello di aprire le chiese nei giorni di festa, grazie anche all’aiuto di volontari, come studenti universitari che frequentano la Caritas e giovani di Emmaus, per poi permettere ai fedeli e ai turisti di visitarle aiutati da diversi mezzi di comunicazione come : un’opuscolo bilingue con un Qrcode con mappa e indicazioni stradali online, oppure consultando il sito internet gentedituscia.it, per approfondire le informazioni sul patrimonio artistico delle chiese.

Sabrina Casini di Emmaus con il suo intervento ha messo in evidenza come la sua associazione vuole essere di aiuto alle iniziative diocesane e i volontari che parteciperanno a questa iniziativa fanno parte del progetto di cohousing Abitiamo e sono al momento 10 tra ragazzi e ragazze, impegnati nei servizi di mensa, centro di ascolto, eventi e chiese aperte

Don Massimiliano Balsi, ringraziando anche le tre volontarie presenti alla presentazione del progetto , Veronica, Angela Letizia e Giovanna, ha reso noto che il prossimo anno tra febbraio e marzo, si terrà un corso di formazione per i volontari che vorranno far parte di questo progetto.

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