Viterbo, Zappa: “Santa Rosa, stavolta il miracolo non l’ha fatto”

di MARCO ZAPPA –

VITERBO – Ho sempre sostenuto che un anno senza il trasporto della macchina di S. Rosa non è poi la fine del mondo e quando è iniziato il ritiro forzato nelle case e la successiva ripresa fra paura e precauzioni del Covid mi è parsa evidente la soluzione più ovvia: questo trasporto non s’ha da fare.
Nonostante questa mia certezza qualcuno fino al termine di luglio ci ha sperato, mentre altri hanno suggerito proposte più o meno suggestive per far sfilare la macchina ad ogni costo in sicurezza, come è di moda dire da qualche tempo in qua ma alla fine ha prevalso la ragione.
Quella ragione che ci fa usare le mascherine nei supermercati, nelle chiese, sui treni ma non al mare o in molti luoghi di incontro e di vacanze, situazioni in cui si potrebbero vanificare le attenzioni di molti.
Eppure basterebbero poche precauzioni per archiviare la pratica Covid, visto che stando a quanto sostengono in molti questo virus ha perso la sua aggressività (e in effetti il basso numero dei ricoveri in terapia intensiva dati alla mano stanno a dimostrarlo) oltretutto il vaccino fra pochi mesi sarà finalmente disponibile.
Quindi va bene stare in guardia, evitare gli assembramenti ingiustificati ma che non si esageri con l’operazione di terrore che sta sostenendo, a mio avviso per calcolo politico, il nostro governo soprattutto se consideriamo la ripresa delle attività lavorative negli altri paesi europei.
Allora pur non essendo né un luminare della medicina né uno scienziato, nella mia semplicità di uomo pragmatico trovo esagerata, probabilmente anche ingiustificata, la decisione di impedire l’esposizione di Gloria sul sagrato di santa Rosa
Per carità, anche in questo caso sopravviveremo ma ritengo che con qualche ben studiata precauzione la manifestazione poteva svolgersi senza problemi.
Come?
Bastava un serpentone di persone in fila indiana procedenti rigorosamente alla distanza di due metri l’uno dall’altro tenendo in salita la destra e in discesa la sinistra, operazione semplice considerando la larghezza della via che porta alla chiesa, evitando la sosta in prossimità del sagrato: del resto il passo lento avrebbe consentito di far foto e di vedere la macchina anche nei suoi dettagli.
Il tutto per una settimana al massimo durante il tradizionale periodo di festa, con orari di visita ben studiati, anche o solo serali con blocchi in altre ore del giorno per semplificare le operazioni di controllo ad opera di volontari, facchini, associati vari che a turno potevano garantire la copertura di una giornata.
Di notte invece divieto assoluto di accesso, pena sanzioni pecuniari e penali.
E nell’occasione perché no, si poteva esporre sul sagrato, secondo un piano ben orchestrato, il cuore di S. Rosa, in modo da creare una sorta di processione continua, devozionale, come ringraziamento per aver limitato i casi di epidemia in città nei mesi tremendi di pandemia.
Era così impossibile scegliere una banale soluzione come questa?
In fondo quando siamo incolonnati in fila al supermercato, peggio ancora al chiuso, non facciamo lo stesso?
Ogni anno Santa Rosa fa il miracolo di preservare il trasporto, impedisce pioggia e temporali ma evidentemente è più facile per lei che sta in cielo far questo piuttosto che aver la meglio sulla burocrazia.

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