Vittorio Sgarbi sulle prossime elezioni comunali

Riceviamo e pubblichiamo: “Far uscire la città dal degrado, dall’abbandono e dalla dimenticanza: Rinascimento è a Viterbo per questo. La mia squadra è libera da ogni catena della politica romana, non ha alcuna segreteria di partito che impone i candidati, né le linee da seguire. Si autodetermina in un movimento civico: Io Apro – Rinascimento, che ha avuto i suoi natali a Roma, con la prima assemblea nazionale, lo scorso 23 marzo. Io, invece, sono qui per restare, come accaduto a Sutri, in cui nel 2023 terminerò la mia sindacatura. Sono qui per avviare una stagione nuova per Viterbo, una nuova fioritura, dopo quella dell’epoca dei Papi. È il momento di dimostrare coraggio. Sulla base di questi presupposti sarò assessore alla Bellezza di Viterbo e lavorerò per farla evolvere grazie a quegli atti straordinari che la renderebbero conosciuta, visitata, viva, procedendo oltre l’ordinaria amministrazione. Un assessore che abbia relazioni, capacità, collegamenti, difficilmente immaginabili in altre condizioni amministrative. Ben più presente per la città di chi per 365 giorni l’anno si trova a Viterbo, come fosse il custode di un comune disabitato, conseguendo molto meno di ciò che io ho ottenuto girando il mondo, realizzando, intrecciando conoscenze e rapporti. Senza portare via il posto a nessuno, e ci tengo a ribadirlo, sono qui per essere il responsabile delle grandi attività culturali, ciò che può salvare Viterbo dalla dimenticanza, a partire dalla sua essenza più profonda, senza stravolgerla e, anzi, esaltandola.
Basterebbe l’esperienza di Sutri, di cui volevo mostrare al mondo la bellezza, per testimoniare ciò che mi spinge, per senso di responsabilità, a dare un segnale anche a Viterbo. Un segnale che non vuol dire scendere a compromessi con la solita, vecchia politica per ottenere un posto, ma creare una squadra, una lista di candidati e portare qui un movimento che renda chiaro come la cultura sia un’esigenza per la vita, specie di una città così bella che non può davvero più permettersi di essere immiserita, immalinconita, dimenticata, spazio per la movida o per la violenza urbana. Viterbo deve essere la vera capitale della Tuscia, non sobborgo di luoghi in cui la bellezza è già diventata ricchezza, come Sutri o Bagnoregio. Occorre che l’amministrazione rialzi la testa e abbia la coscienza di quello che è Viterbo. Per questo ho pensato che fosse possibile creare nella città dei Papi un’area politica in cui la cultura è protagonista, e ho coniato la frase “Tu sei quello che sai”, poiché non avere la conoscenza significa essere inaffidabili. Quando sono arrivato a Sutri avevo perfettamente coscienza di quanto fosse meraviglioso quel luogo e per questo ho cercato di restituirle ciò che meritava. Oggi l’Antichissima Città è al centro delle cronache televisive e giornalistiche nazionali, con migliaia di visitatori l’anno. La cultura, quindi, non è un fatto astratto e Rinascimento, termine che dà il nome al mio movimento, non è una parola casuale, ma indica letteralmente rinascere da una condizione di morte o di malattia: il Rinascimento è il momento culturale più importante di tutta la storia umana, è un concetto che racchiude la politica, a insieme la musica, il teatro, la letteratura, una grande espressione di quello che Viterbo è nelle sue mura. Dal Festival di Viterbo, dopo il declino, ormai a sessantacinque anni di vita, del Festival di Spoleto, per rendere la città un punto di riferimento per la cultura nazionale, che conduca in città le televisioni, i giornali, i visitatori, a beneficio delle attività commerciali, alberghiere, di ristorazione, specie quelle del centro storico, rinnovato in un preciso progetto di riqualificazione che lo renda accessibile alle persone disabili, dal trasporto della Macchina di Santa Rosa in diretta sui canali Rai, fino a una rinnovata e professionale comunicazione per la città, passando per molte altre proposte, stiamo concependo un programma dettagliato e ampio che verrà esposto nelle prossime settimane, quando la mia squadra sarà in piazza tra i cittadini. Viterbo avrà un segnale della necessità di una stagione nuova, che potrà essere reale o solo un’ipotesi: questo dipenderà dalla gente di Viterbo. L’occasione di cambiare c’è; adesso serve coraggio. Viterbo merita, Viterbo ha bisogno di donne e di uomini di buona volontà, coraggiosi”.

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