“Vivere nel sole” fa tappa alla Nunziatella di Napoli

VETRALLA (Viterbo) – Si avvicina la data della tappa della Nunziatella di Napoli, del tour poetico Vivere nel sole, la poesia in viaggio al Sud. Particolarmente significativo sarà l’incontro dei Cadetti con attori, poeti e musicisti sul tema del sentimento poetico, sulla cultura della poesia, su cosa rappresenta nel percorso della formazione alla carriera militare, la letteratura in prosa e in poesia, l’emozione che trasmette la parola.

Confermata la presenza dei seguenti artisti:

Ida Di Benedetto

Enzo Decaro

Riccardo Cimino

Giuseppe Del Ninno

Alessandro Del Ninno

Angelo Sagnelli

Stefania Lubrani

Isabella Gullo

Roberto Fia

Enzo Salerno

Maurizio Bernini

Tiziana Bagatella

Nicola Masotti

Luigi Mastracci

Patrizia Tapparelli

Mauro Di Gregorio

Sandrino Aquilani

altri in attesa di conferma.

“La Poesia è il campo infinito dell’anima”

Vivere nel sole è un progetto itinerante che prevede di percorrere una strada ideale in nome della Poesia, una via immaginaria che unisce l’Italia, attraverso la partecipazione di poeti contemporanei, scrittori, musicisti, attori, personaggi del mondo della cultura e dello spettacolo.

Questa prima edizione partendo dalla Regione Lazio per arrivare nella terra di Sicilia. Il Sud è ricco di storia, di arte e di Poesia, una storia che è stata in grado di arrivare fino ai nostri giorni, capace di riscoprire le impronte più significative di una cultura che ha scritto dell’uomo e del suo tempo. Nel corso dei secoli, mentre l’Italia era ancora divisa politicamente, i poeti, soprattutto, contribuirono ad unificare culturalmente il nostro Paese, attraverso le loro opere in lingua italiana e in dialetto, esaltandone il patrimonio culturale e le bellezze naturali. Il Sud nonostante le difficoltà, è sempre riemerso grazie alla forza morale e spirituale di personaggi che l’hanno reso famoso nel mondo. Le difficoltà dell’ultimo biennio hanno consigliato di ripartire proprio da una terra scossa più di altre da tragedie epocali. Proprio qui, l’evento “Vivere nel sole”, ispirato al libro e alla poesia del Prof. Emmanuele F.M. Emanuele, sarà in grado di lanciare segnali e imprimere un nuovo corso, all’arte poetica che più di altre è sempre stata capace di coagulare intorno a sé la musica, il teatro, la letteratura, la scienza, la filosofia, per citarne alcune. Questa prima edizione toccherà con le sue tappe, Il Castello Vinci di Vetralla, il Teatro Romano di Ostia Antica, la Scuola Militare della Nunziatella di Napoli, Il Politeama Greco di Lecce, il Teatro Greco di Taormina. L’adesione al progetto di poeti, attori, musicisti, personaggi della cultura e dello spettacolo, fanno sì che l’evento verrà ripetuto ogni anno, con itinerari diversi, e perché no con qualche puntatina al di fuori dei confini dell’Italia.

Intervento del Prof. Emanuele

Nella nostra epoca virtuale, caratterizzata dal culto dell’immagine, dall’immediatezza della riproducibilità tecnica, dalla globalizzazione delle informazioni, ricorre spesso la domanda se sia ancora possibile ritagliare un angolo da offrire alla riflessione, all’introspezione, al ricordo, al rovello esistenziale, ovvero a quelle operazioni concettuali che definiscono la poesia. La poesia ha da sempre offerto agli uomini la possibilità di celebrare l’esistente attraverso moduli ritmici e memorabili: gli affanni d’amore, il male di vivere, i luoghi natali, il susseguirsi delle stagioni, i ricordi d’infanzia, la perdita di un affetto. Oggi, però, il poeta ha perduto completamente la sua funzione di vate, e sembra non trovare alcuno spazio nella società moderna e nell’odierna cultura di massa: i grandi temi che un tempo venivano affidati all’eternità dei versi, infatti, si consumano nello spazio effimero di un articolo, di un servizio giornalistico o di un post sui social network, e scorrono uno dopo l’altro lasciando dietro di essi solo sbiaditi ricordi. Ciò, tuttavia, non è affatto sufficiente a decretare la morte del verso poetico. La poesia, al contrario, dimostra di possedere ancora gli strumenti per continuare a testimoniare la condizione umana: è il luogo della ricchezza linguistica, della diversità, dell’armonia; è l’ultimo baluardo contro il rischio dell’impoverimento progressivo e dell’omologazione; è un invito alla speranza e un allenamento ad esprimere le proprie più intime emozioni. Tra l’altro, è una forma d’arte assolutamente democratica e alla portata di chiunque: sono sufficienti un foglio di carta, una penna e un sentimento da esprimere, per praticare la poesia. Sulla base di queste riflessioni, da appassionato poeta quale sono, nel lontano 2006 ho dato vita a Roma alla manifestazione “Ritratti di poesia”. Le mie convinzioni sulla vitalità dell’espressione poetica è stata confermata da altro importante evento; la “Biennale della Poesia Lettera d’argento” nata nell’anno 2005 e giunta alla sesta edizione. Concludo affermando che forse, l’unica possibilità per la poesia di ritagliarsi un futuro è proprio quella di superare le barriere tradizionali, di irrompere nella scrittura in prosa, di andare a braccetto con le immagini, di fondersi con la musica, di recepire e filtrare i grandi temi internazionali e le esigenze più impellenti della nostra complessa società: in breve, di attualizzarsi diventando un evento raro e prodigioso e, un effetto di cosciente assimilazione delle novità e delle istanze di un’epoca.

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