VITERBO – “Vogliamo un’Italia unita e non divisa tra regioni ricche e regioni povere”. La segretaria nazionale della Uil Ivana Veronese ieri mattina in sala regia di palazzo dei Priori durante l’iniziativa voluta dalla Cgil e dalla Uil di Viterbo Per un’Italia libera e giusta.
Un’iniziativa per fare il punto sulla raccolta di firme in favore del referendum per dire Sì all’abrogazione della legge sull’autonomia differenziata del governo di Giorgia Meloni.
Ad intervenire, assieme a Veronese, anche il segretario generale della Uil di Viterbo Giancarlo Turchetti, la segretaria generale della Cgil Viterbo Stefania Pomante, il segretario generale della Cgil di Roma e Lazio Natale Di Cola, l’avvocato Giuseppe Puri, patrocinante nelle magistrature superiori, la docente di diritto pubblico dell’università degli studi La Sapienza di Roma Giovanna Montella e la professoressa Marina Boscaino, portavoce dei comitati per il ritiro di ogni autonomia differenziata. A moderare l’incontro il giornalista Giorgio Renzetti.
Un’iniziativa che ha visto una grande partecipazione di pubblico. La sala regia era infatti piena. Tra i partecipanti, oltre ai segretari di categoria di Cgil e Uil, anche il segretario generale della Uil del Lazio Alberto Civica.
“Il 5 ottobre – dice Veronese – faremo anche una grande assemblea nazionale per tirare le fila e andare verso il referendum vero e proprio. La raccolta delle firme è stato un percorso difficile, ma al tempo stesso una bellezza di partecipazione. Ci stiamo battendo per il futuro del paese e per il futuro dei giovani”.
“Questa legge deve essere assolutamente abrogata – prosegue Pomante -. Dobbiamo portare i cittadini al voto nella consapevolezza che questa legge può cambiare la vita di tutti noi”.
“Una legge, quella sull’autonomia differenziata, che ha effetti devastanti – aggiunge Turchetti -. Innanzitutto perché aumenta le disuguaglianze, non garantisce l’universalità e la gratuità della sanità e nell’ambito della scuola impone programmi diversi da regione a regione, così come sul fronte lavorativo differenziazioni di retribuzione tra i dipendenti. Portando inoltre allo smantellamento dei contratti collettivi nazionali del lavoro con l’emergere di organizzazioni pirata. Infine, le politiche energetiche passeranno alle regioni dove c’è grande competizione. Regioni che negozieranno direttamente con l’Europa”.
“La legge Calderoli – evidenzia Puri – non trasferisce ancora con la competenza esclusiva alle regioni. La legge non è un punto di arrivo ma rappresenta l’esplorazione di un principio costituzionale già presente nel nostro ordinamento”.
“La parola repubblica – continua Boscaino – sta cedendo e, se cede, cedono le garanzie dei cittadini, a partire dai diritti sociali”.
“La nostra strategia – conclude Di Cola – è metterci a difesa della costituzione e della sua attuazione. La strategia del governo è smantellare la costituzione”.