Il terrore della febbre alta é giustificato per la paura delle malattie gravi associate alle alte temperature corporee, bisogna però sapere che la febbre alta combatte efficacemente la diffusione dell’agente stesso. L’ignoranza fa odiare la febbre alta, la quale viene temuta più della malattia stessa che la provoca, ignorando la sua utilità. Ne conseguono tentativi isterici ripetuti di abbassare la febbre in ogni modo.
Uno studio ha esaminato l’impatto delle alte temperature sul virus SARS-CoV-2, responsabile del COVID-19, utilizzando un modello tridimensionale (3D) che imita il tessuto respiratorio umano. Uno dei sintomi principali dell’infezione da SARS-CoV-2 è la febbre, con temperature corporee tra i 38 e i 41°C. La febbre è una risposta evolutiva del corpo a infezioni microbiche e può influenzare l’attività del virus e la risposta immunitaria dell’ospite. I ricercatori hanno scoperto che, a una temperatura di 40°C, i tessuti respiratori permettono l’entrata del virus, ma bloccano la replicazione dell’RNA virale, riducendo così la diffusione del virus. Questo avviene senza compromettere l’integrità del tessuto o i normali processi cellulari. Lo studio fornisce la prima prova che le temperature febbrili associate al COVID-19 possono inibire la replicazione del SARS-CoV-2 nelle vie respiratorie, indipendentemente dalle difese immunitarie mediate dall’interferone (IFN).
Lo studio di Herder et al. (2021) evidenzia che a temperature di 40°C, la replicazione del virus SARS-CoV-2 è significativamente inibita nei tessuti respiratori, mentre l’ingresso del virus nelle cellule rimane possibile. Tuttavia, lo studio non entra nei dettagli su cosa accade a temperature inferiori a 40°C in modo specifico. Da altre ricerche sappiamo che temperature più basse, come quelle attorno ai 37°C (la normale temperatura corporea), non hanno lo stesso effetto inibitorio sulla replicazione virale.
In generale, il virus SARS-CoV-2 tende a replicarsi più facilmente a temperature inferiori ai 40°C. Studi mostrano che il virus ha una buona capacità di replicazione nelle vie aeree superiori, dove la temperatura è di solito intorno ai 33°C-35°C, condizioni che favoriscono la sua trasmissione e crescita.
In sintesi, temperature inferiori a 40°C non sembrano essere sufficienti per ridurre in modo significativo la replicazione del virus, soprattutto se si scende sotto i 37°C, dove il virus trova condizioni favorevoli per replicarsi e diffondersi.
Abbassare dunque la temperatura di quel tanto che sia utile a ridurre il malessere associato alla febbre. Diversa è ovviamente la situazione in quei bambini che soffrono di convulsioni febbrili.
Herder, V., Dee, K., Wojtus, J., Epifano, I., Goldfarb, D., Rozario, C., Gu, Q., Filipe, A., Nomikou, K., Nichols, J., Jarrett, R., Stevenson, A., McFarlane, S., Stewart, M., Szemiel, A., Pinto, R., Garriga, A., Davis, C., Allan, J., Graham, S., Murcia, P., & Boutell, C. (2021). Elevated temperature inhibits SARS-CoV-2 replication in respiratory epithelium independently of IFN-mediated innate immune defenses. PLoS Biology, 19. https://doi.org/10.1371/journal.pbio.3001065.
Dr Giovanni Ghirga
Pediatra