VITERBO – “La Asl di Viterbo non vuole pagare l’indennità di Pronto soccorso ai lavoratori. Una scelta che non ha alcuna giustificazione e genera forte preoccupazione è disagio tra i lavoratori”. A dichiararlo sono i segretari generali di Fp Cgil e Uil Fpl Viterbo, rispettivamente Antonella Ambrosini e Maurizio Bizzoni.
“Questa mattina – dicono poi Ambrosini e Bizzoni – la prefettura ha convocato i sindacati a palazzo di Governo per un tentativo di conciliazione”.
In piazza del Comune a Viterbo, intanto, c’è un presidio di Fp Cgil e Uil Fpl Viterbo in attesa dell’incontro in prefettura previsto per le ore 11,30.
“Il 16 dicembre 2024 – spiegano i sindacalisti – è stato sottoscritto il Confronto regionale nel quale sono state ripartite le risorse alle Aziende ed Enti del servizio sanitario regionale finanziate dalle varie leggi per le Indennita di Pronto Soccorso ai fini del riconoscimento delle particolari condizioni del lavoro svolto dal personale del comparto sanita, dipendente dalle aziende e dagli enti del Servizio sanitario regionale ed operante nei servizi di pronto soccorso. L’indennità a stata istituita dalla Iegge del 30 dicembre 2021, n. 234, e confermata dalla legge del 30 dicembre 2024, n. 207, senza limiti temporali per il pagamento. L’indennita è regolata dal Ccnl Comparto Sanità 2021-2024 del 2 novembre 2022, che, all’art. 107 ne prevede il pagamento a valere sui fondi per il salario accessorio”.
“II Ccnl Comparto Sanità 2021-2024 del 2 novembre 2022 è ad oggi vigente – proseguono Ambrosini e Bizzoni -. Contestiamo quindi tale sospensione del pagamento dell’indennità, considerandola ingiustificata e priva di argomenti giuridici. Nei Pronto Soccorso le lavoratrici e i lavoratori operano, quotidianamente, in condizioni di estremo stress e criticità, affrontando con coraggio e dedizione situazioni complesse e spesso pericolose, garantendo, malgrado anche le aggressioni quotidiane, il funzionamento del sistema sanitario e Ia sicurezza dei cittadini, il tutto con estrema professionalità e impegno. La notizia della sospensione del pagamento di una indennità ha generato malcontento e delusione verso una gestione che sembra voglia, strumentalmente, subordinare il pagamento di quanto dovuto all’accettazione un rinnovo contrattuale che, allo stato attuale, non è stato sottoscritto in quanto non riconosce aumenti salariali tali da tutelare il potere d’acquisto degli stipendi, fortemente minato dalla feroce inflazione che ha caratterizzato il triennio 2021/2024”.