Presentato in Convegno al Museo della Rocca Albornoz il nuovo “Manuale” Conservazione Beni Culturali di Andrea Natali (VIDEO)

di MARIA ANTONIETTA GERMANO –

VITERBO – La Collana dei Manuali per la Scuola biennale di Alta Formazione in “Archeologia Giudiziaria® e Crimini contro il Patrimonio Culturale” si arricchisce con l’arrivo del nuovo volume del suo direttore Andrea Natali, dal titolo “Manuale di Conservazione dei Beni Culturali” (283 pagine) da poco pubblicato dal Centro Studi Criminologici, con il supporto della Direzione Generale Educazione, Ricerca e istituti culturali del Ministero della Cultura.

Questo speciale evento è stato presentato, ieri, 6 dicembre, nella sala conferenze del Museo Nazionale Etrusco Rocca Albornoz, arredato dalle belle opere di Fiorenzo Mascagna (inaugurazione oggi alle ore 17), nell’ambito del IV convegno Nazionale “La Conservazione dei Beni Culturali: storia e sviluppi”, organizzato dal Centro per gli Studi Criminologici e promosso dall’Istituto Culturale del Ministero della Cultura ed Ente di formazione accreditato alla Regione Lazio per la formazione Superiore e continua, in collaborazione con Archeotuscia ODV. Modera il convegno Andrea Natali.

Dopo i saluti alle autorità civili e militari presenti e ai relatori, Sara De Angelis, direttrice del Museo Archeologico Rocca  Albonoz, pone subito l’accento “sull’ordine primario del Museo che è la conservazione dei beni presenti nei nostri spazi museali, nei depositi e nelle esposizioni, permettendo poi, attraverso lo studio, la ricerca e le varie fasi, di valorizzarli e farli conoscere al pubblico. Quando è possibile, perchè – spiega – la parte esposta è la minima parte di quella che abbiamo nei depositi. I nostri materiali sono tutti provenienti dai sequestri in scavi illeciti, come quelli viterbesi che sono numerosi. Noi ospitiamo tutti i sequestri a partire dal 1955, il museo nasce nel 1986. E sono stati portati nei nostri depositi anche quelli del Museo civico. Quindi abbiamo circa 700 scatoloni dai sequestri e 5 depositi. E non è poco, né facile. Un’idea che sta nascendo è quella di creare con i vari musei del territorio, una sezione dedicata alla conoscenza e recupero di questi materiali”. Conservazione, valorizzazione, fruizione.

Ai saluti e ringraziamenti si aggiunge Luciano Proietti, presidente dell’associazione Archeotuscia ODV che ricorda ai presenti tutti gli appuntamenti in programma  messi nel calendario della stessa associazione.

All’avv. Fabrizio Ballarini, presidente del Comitato scientifico della Scuola biennale, il compito di aprire il convegno e subito fa il punto sul nuovo“Manuale di Conservazione dei Beni Culturali” di Andrea Natali con il quale, precisa, “fornisce un supporto conoscitivo e didattico ai frequentatori della Scuola per orientarli al meglio su competenze specifiche. Manuale che rende una visione globale degli aspetti nella conservazione, restauro e tutela, evidenziando attraverso la storia, le analisi e indagini, la scelta degli interventi di conservazione da adottare”.  Applausi.

Interviene  l’arch. Margherita Eichberg, soprintendente archeologia, belle arti e paesaggio per la provincia di Viterbo e per l’Etruria Meridionale che dichiara di aver accolto con entusiamo l’invito ad introdurre la presentazione del volume.“Natali – precisa l’architetto – ricorda che il Codice dei beni Culturali e del paesaggio indica per i proprietari l’obbligo di corretta conservazione. Dalla nozione di Bene culturale passa a quella di Patrimonio, senza rifuggire dal valore monetario che ad esso si associa. Il  patrimonio culturale è una realtà dinamica che si applica con “ritrovamenti e acquisizioni”. “Nella prima parte del Manuale – spiega ancora Margherita Eichberg – tra le categorie di beni culturali che l’autore passa in rassegna, si accenna ai beni immateriali, derivato dall’evoluzione recente del concetto di “testimonianza di civiltà””. Infine conclude: “Il Manuale fornisce non un campionario di soluzioni ma l’enucleazione di un metodo, consente di comprendere l’approccio diagnostico e la filosofia d’intervento. Pone l’accento sulle molteplici fattispecie di beni culturali, dalla geografia, all’archeologia, alla storia dell’arte, della società, della città del territorio. Ed espone una serie di questioni sulla programmazione degli interventi di conservazione, dell’uso dei beni culturali, del recupero di opere d’arte disperse, della repressione degli illeciti di varia natura.”.

A questo punto prende il microfono il moderatore del convegno,Andrea Natali, nonché autore del “Manuale” e spiega in una brillante ed esaustiva disamina il contenuto del volume: “Non sono un architetto, ma ho fatto studi sull’architettura, non sono un fisico, ma ho fatto ricerche sulla fisica, tutto per meglio studiare l’ambiente dei beni culturali e il loro ambiente di conservazione che hanno l’esigenza di un mix di aspetti di carattere storico, artistico,umanistico, filologico ma anche tecnico-diagnostico-materio-conservativo. Viterbo è l’unica università che ha istituito un corso di laurea di Conservazione dei beni culturali e ambientali,  ma manca un albo professionale. La vigente legge europea richiede laurea e specializzazione per dirigere le strutture museali”.

Segue “L’occhio del conoscitore”, ovvero Stefano Alessandrini, perito in arte antica presso il tribunale di Roma che racconta, attraverso delle immagini proiettate sullo schermo, dei falsi d’autore scoperti anche in case d’aste.

Infine è la volta di Paola Pogliani,  docente e vice direttore dei Laboratori di Restauro, Università degli Studi della Tuscia,  che “Tra le maglie del restauro, oggi” fa un’acuta riflessione sulla storia e sulle tecniche usate nell’intervento di restauro con soluzioni compatibili con l’ambiente. Conservazione preventiva e diagnostica sulle opere da restaurare, manutenzione, spolveratura di opere lasciate all’aperto. Nel 2024 è nata la rivista Kores che non è una sola rivista scientifica per il restauro ma è un vero e prioprio forum di ricercatori, perchè si sente la necessità di tornare a riflettere su alcune tematiche.

Al termine, tra gli applausi e le foto di gruppo, dal Centro per gli Studi Criminologici è consegnato ai relatori un apprezzato attestato di partecipazione.

 

 

 

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