di WANDA CHERUBINI-
VITERBO – Viterbo ha salutato ieri sera la macchina di Santa Rosa “Dies Natalis” con un incontro sul sagrato della basilica di Santa Rosa ed una buona affluenza di pubblico. Presenti la sindaca Chiara Frontini, il capofacchino Sandro Rossi, Lorenzo Celestini, presidente emerito del Sodalizio dei facchini di Santa Rosa, l’ideatore di Dies Natalis, l’architetto Raffaele Ascenzi, il presidente del Sodalizio dei facchini, Massimo Mecarini, i costruttori Vincenzo e Mirko Fiorillo, per il corteo storico, Angelo Sapio ed il capo trasporto Luigi Aspromonte, che è stato elogiato dai presenti. L’evento è iniziato ricordando come dopo circa 20 anni sia stata riportata a Viterbo la tombola di Santa Rosa con tantissime adesioni. Tra gli organizzatori, Paolo Bracaglia ha ringraziato i partner e ricordato come l’importo di 4 mila euro raggiunto con la vendita delle cartelle della tombola a 2,50 euro l’una, sarà devoluto al monastero di Santa Rosa. La tombola sarà ora replicata a Natale.
La Madre Badessa delle monache Clarisse, Carmela Salvato, ha ringraziato per la solidarietà mostrata e l’esperienza molto bella ed emozionante del trasporto, vissuto per la prima volta sulle scale del sagrato ad aspettare l’arrivo della Macchina di Santa Rosa. “E’ stato molto bello vedere l’unità, la passione e la fede che ci avete messo, grazie anche per questo”- ha aggiunto rivolgendosi ai facchini.
Angelo Sapio ha, quindi, raccontato della processione del 2 settembre con il cuore di Santa Rosa ed il corteo storico. “Negli anni ’70 la processione stava sparendo ed il corteo storico nasce proprio in questo periodo da un’idea della monaca del monastero che comprende l’importanza di riportare le famiglie alla processione che prima avveniva lo stesso 3 settembre. “Si ebbe così l’idea di coinvolgere i giovani con un costume dell’epoca di Santa Rosa – ha ricordato Sapio- Poi l’idea si è estesa. La processione non è stata separata dal trasporto macchina. In realtà la macchina è stata un elemento di questa processione. Con l’incidente dell’800 la macchina per un decennio sparì, assorbì poi la processione e con la ricognizione del corpo della Santa il cuore fu posto in una teca. Oggi il corteo storico, tra bambini, ragazzi ed adulti conta oltre 300 figuranti. Il 6 marzo i bambini possono iscriversi al corteo per portare avanti questa tradizione”.
E’ stata, quindi, la volta dell’architetto Raffaele Ascenzi che ha detto come da domani inizierà un nuovo lavoro per cercare di rendere la macchina più performante. “La macchina occupa la mia testa, quella di Luca Occhialini e di Antonella Servi per tutto l’anno. Vorrei definire un paio di punti importanti di Dies Natalis: ho voluto riportare la Santa all’interno della chiesa. Rosa chiese per tre volte di entrare nel monastero di San Damiano e per tre volte fu rifiutata. Il messaggio è, quindi, quello di vederla all’interno di un’architettura dove voleva andare in vita. I vari Papini, Spadini, Bordone l’hanno voluta mettere all’interno di quella casa dove voleva stare”. L’altro punto che Ascenzi ha definito è aver rappresentato alla base il corpo senza vita della Santa. “Si può vedere anche poco dal basso, ma ho voluto che questo fosse un fatto molto intimo. In quei 4 angeli che la vegliano possiamo vedere i cardinali che la portarono in processione ed anche tutti noi intorno ad un nostro caro. Vediamo poi l’ascesi di Santa Rosa nelle tre fasi fino a ricongiungersi a Dio”. Sulla colorazione della Macchina Ascenzi ha riferito come l’obiettivo sia stato quello di dare un colore caldo alla macchina che ricorda il colore ambra della Viterbo antica e come per il prossimo anno l’idea sarà quella di mettere in risalto queste tre fasi importanti.
Il costruttore Vincenzo Fiorillo ha sottolineato il grande senso di collaborazione ed ha ringraziato tutte le persone che sono state loro vicino, a partire dalle famiglie che li hanno supportati e sopportati. Un grazie anche alle suore che sono state loro molto vicino.
Mirko Fiorillo ha anche ringrazio l’architetto Damiano Amatore.
Il capofacchino Sandro Rossi, presente stasera dopo l’intervento chirurgico per via di un infarto, che gli ha impedito di guidare il trasporto del 3 settembre, ha ricordato come la prova traliccio avesse evidenziato le difficoltà della nuova struttura, con una certa apprensione per le dimensioni della macchina. “E’ stato fatto comunque un bel trasporto, anche se non mi è stato consentito di vederlo, ma sapevo che sarebbe andato molto bene nonostante la mancanza del fratello- amico Marco Gemini. Ho pensato però di scrivere due righe ai facchini prima del trasporto per liberare quel ruggito da leoni che è in loro”.
Lorenzo Celestini ha ricordato la nascita dell’inno di Santa Rosa, dicendo: “Tanti anni fa, nel 1978, si stava creando il sodalizio dei facchini di Santa Rosa e nelle prime riunioni io, che da sempre sono stato un appassionato di musica, con la chitarra ho iniziato a strimpellare un motivo ispirato alla macchina d’allora “Volo d’angeli”. E’ così nata questa canzone. Poi, conoscendo l’amico Gianfranco cercammo di musicarla ed è uscita questa canzone, che poi abbiamo inciso con Franco Pagliaccia. La banda di Grotte Santo Stefano la musicò a marcia ed ora sta nei cuori di tutti”.
Il presidente del sodalizio dei facchini, Massimo Mecarini ha quindi rinnovato i ringraziamenti a tutti i facchini per le cene in piazza, che hanno ottenuto un risultato molto superiore a quello dello scorso anno, permettendo di avere così più soldi per la beneficenza. Un grazie poi per il trasporto che non è stato da poco. “Il primo anno della macchina c’è sempre qualcosa da rodare” – ha riferito. Un grazie, infine, a tutti i presenti in piazza questa sera.
La sindaca Frontini, infine, ha ringraziato tutti. “Questa serata l’abbiamo voluta tutto insieme-ha affermato- Questa macchina è stata un viaggio molto intenso. Una nuova macchina che lanciasse messaggi di pace, che ci portasse verso il Giubileo. E’ stato un momento molto bello in sala comunale quando abbiamo proclamato il vincitore della nuova Macchina di Santa Rosa, per poi presentare il progetto al teatro dell’Unione. Ringrazio poi Gianmarco Carvone e Cristina Pallotta che hanno lavorato nel docufilm per fare rivivere a tutti quello che esiste dietro le quinte della festa di Santa Rosa. Speriamo che sia un bel regalo per tutti i cittadini viterbesi”. E’ stato, quindi, cantato l’inno di Santa Rosa prima della proiezione sullo schermo del docufilm “Con i nostri occhi”, che è stato molto apprezzato dai presenti. Questa mattina “Dies Natalis” sarà smontata e riportata nei capannoni della ditta Fiorillo. Un arrivederci, quindi, al prossimo anno con delle importanti novità in parte già annunciate questa sera.
Foto di FEDERICO USAI, video di GIUSEPPE INTAGLIATA