Rudy Guede: braccialetto elettronico e divieto di avvicinamento a causa delle gravi accuse della ex fidanzata

di REDAZIONE-

VITERBO- Rudy Guede, il 36enne originario della Costa d’Avorio già condannato definitivamente per l’omicidio di Meredith Kercher nel 2007, è nuovamente al centro dell’attenzione. Questa volta, un braccialetto elettronico e il divieto di avvicinamento alla sua ex fidanzata sono stati imposti a seguito della denuncia presentata dalla giovane di 23 anni con cui ha convissuto a Viterbo dopo essere uscito di prigione, dove ha scontato 13 anni di pena.

La denuncia della ex compagna, presentata durante l’estate, ha rivelato episodi di vessazioni e aggressioni avvenuti tra il 2022 e il 2023. Gli inquirenti hanno documentato gli eventi, inclusi referti medici delle lesioni subite dalla ragazza, che ha dichiarato di essere stata costretta ad avere rapporti sessuali contro la sua volontà durante la turbolenta convivenza. Le accuse contro Guede comprendono maltrattamenti, lesioni personali e violenza sessuale.

Nonostante la richiesta della procura di Viterbo per gli arresti domiciliari, il giudice per le indagini preliminari ha deciso per il divieto di avvicinamento di 500 metri dalla ex compagna, associato all’uso del braccialetto elettronico. Il GIP non ha riconosciuto l’accusa di maltrattamenti, ma la misura cautelare è stata notificata a Guede, che è stato raggiunto dagli agenti mentre si trovava al Centro Studi Criminologici di Piazza della Rocca dove collabora.

Rudy Guede, unico condannato in via definitiva per l’omicidio di Meredith Kercher, era tornato in libertà alla fine del 2021 e attualmente lavora la sera come cameriere in un ristorante-pizzeria a Viterbo.

Presunzione di innocenza

Nel sistema penale italiano vige la presunzione di innocenza fino alla sentenza definitiva, che si  basa sull’articolo 27 della costituzione italiana secondo il quale una persona “non è considerata colpevole sino alla condanna definitiva”.

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